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Pacific Trash Vortex

Pacific Trash Vortex

(grande chiazza di immondizia del Pacifico)

Le stime della sua estensione  vanno da 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km² (cioè da un'area più grande della Penisola Iberica a un'area più estesa della superficie degli Stati Uniti), ovvero tra lo 0,41% e il 5,6% dell'Oceano Pacifico.                                                        La Marina degli Stati Uniti stima l'ammontare complessivo della sola plastica dell'area in un totale di 3 milioni di tonnellate, nell'area potrebbero essere contenuti fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.

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l Pacific Trash Vortex, noto anche come grande chiazza di immondizia del Pacifico o semplicemente isola di plastica

https://www.pinterest.it/econote/pacific-trash-vortex/ quando aprite questa pagina vi accorgete dei danni che causa la plastica e tutto ciò che noi abbandoniamo nelle strade o nelle acque.


La concentrazione stimata della plastica è di 3,34 × 106  frammenti per km², con una media di 5,1 kg/km² raccolti utilizzando una rete a strascico rettangolare delle dimensioni di 0,9×0,15 m. A 10 m di profondità è stata individuata una concentrazione pari a poco meno della metà di quella in superficie, con detriti che consistono principalmente di monofilamenti, fibre di polimeri incrostati di placton e diatomee.

Scoperta

L'esistenza della Grande chiazza di immondizia del Pacifico fu annunciata in un documento pubblicato nel 1988 dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti. Le predizioni erano basate su risultati ottenuti da diversi ricercatori con base in Alaska che, fra il 1985 e il 1988, misurarono le aggregazioni di materiali plastici nel nord dell'Oceano Pacifico.
L'accumulo si è formato a causa dell'azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico, dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario; il centro di tale vortice è una regione relativamente stazionaria dell'Oceano Pacifico che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi tra di loro formando un'enorme "nube" di spazzatura presente nei primi strati della superficie oceanica   



Effetto del maremoto giapponese del 2011 

Il maremoto che ha colpito la costa orientale giapponese l'11 marzo 2011 ha provocato un enorme afflusso di detriti nell'oceano; questi galleggiando, spinti dalle correnti, si sono distribuiti nell'oceano Pacifico, raggiungendo anche la costa americana. Uno studio condotto nel luglio 2012 ha rivelato che parte dei detriti galleggianti si sono accumulati nel Pacific Trash Vortex accrescendolo fino ad una larghezza di 2000 miglia; di questi solo il 2% non è costituito da plastica.

The Ocean Cleanup 

Organizzazione che è stata fondata nel 2013 da Boyan Slat, un imprenditore e inventore olandese. The Ocean Cleanup propone un metodo passivo a larga scala per rimuovere i rifiuti marini all'interno o nelle prossimità dei vortici oceanici attraverso un sistema alla deriva galleggiante lungo 1-2 km, rallentato da un'ancora galleggiante a circa 600 metri di profondità. Un pannello rigido al di sotto del tubo galleggiante catturerà e raccoglierà i frammenti poco sotto la superficie. Questi sistemi a forma di "U" si sposteranno liberamente nel vortice subtropicale del Nord Pacifico e concentreranno la Plastica verso un punto centrale dove potrà essere estratta da navi ausiliarie che la porteranno sulla costa. Alla fine del 2018 il macchinario aveva subito un guasto, ma è rientrata in mare a giugno 2019. Tale barriera non è un pericolo per gli animali marini e non necessita di energia per raccogliere la plastica poiché tutti gli strumenti sono alimentati ad energia solare. 




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Io vorrei finire il mio articolo con un paio di aforismi e citazioni che spero vi faccia ragionare:



  1. Ci deve essere un modo migliore per fare le cose che vogliamo, un modo che non inquini il cielo, o la pioggia o la terra.
  2. Non è l’uomo che deve battersi contro una natura ostile, ma è la natura indifesa che da generazioni è vittima dell’umanità.















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